STORIA DELLA MISSIONE

La Missione di Speranza e Carità nasce nel 1991 sotto i portici della Stazione Centrale della città di Palermo ad opera di fratel Biagio Conte, Missionario laico. Il carisma della Missione è l’accoglienza e il donarsi ai nuovi poveri delle città ovvero a tutti quelli che rimangono indietro e ai margini di questa società così indifferente; vengono chiamati barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute profughi, immigrati, ma in Missione ci chiamiamo tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione.

UNA MISSIONE, SETTE COMUNITÀ

La Missione accoglie ed assiste centinaia di persone grazie all’operato dei missionari: Don Pino, Fratello Giovanni, Fratello Davide, Sorella Mattia, Sorella Alessandra, Sorella Lucia, Sorella Silvana, Sorella Maria Luisa, dei novizi e alla collaborazione fattiva degli stessi fratelli e sorelle accolti e al grande aiuto di decine di volontari.

La Missione di Speranza e Carità opera in nove comunità, destinate all’accoglienza maschile e all’accoglienza di donne singole o mamme con bambini. Le strutture si trovano a Palermo e in provincia; in città, vicino alla Stazione centrale, sono state trovate in uno stato di grave incuria e degrado, in quanto abbandonate e inutilizzate da decenni (alcuni locali erano dei veri e propri ruderi con il tetto crollato!). Gli stessi fratelli accolti e tanti volontari, gruppi e associazioni, con grande spirito di solidarietà hanno iniziato “una pietra dopo l’altra”, come insegna San Francesco, il restauro e la ricostruzione dei locali, trasformando dei ruderi, in case di accoglienza, pace e speranza.

La Missione è un progetto aperto. Non ci sono limiti. Molte iniziative sono state avviate. Altre devono esserlo.

Esistono tre comunità principali:

  • La comunità di Via Archirafi n. 31, denominata “Missione  Speranza e Carità”;

  • La comunità di Via Garibaldi n. 3, denominata “Accoglienza Femminile”;

  • La comunità di Via Decollati n. 29, denominata “La Cittadella del Povero e della Speranza”.

Poi ci sono anche tre realtà agricole​, una a Palermo, ”Villa Florio”, dove si coltivano per lo più ortaggi, una a Tagliavia, frazione di Corleone, dove si coltiva il grano, una a Scopello, dove si producono olive per realizzare olio; una a Giacalone per il campo estivo dei bambini. Vi è anche una nuova realtà, in ricostruzione, sul monte Innici e un’altra in provincia di Enna

La Missione non prevede un termine preciso di permanenza in comunità; l’accoglienza viene normalmente garantita fino a quando il fratello o la sorella accolti trovano una sistemazione abitativa.

Ogni comunità è dotata di una cucina e di una mensa dove vengono distribuiti tre pasti al giorno; è inoltre garantita un’assistenza medica e farmaceutica per tutti i fratelli accolti e dei servizi docce e vestiario per i tanti poveri che ogni giorno bussano alla porta della Missione.

La Missione di Speranza e Carità di via Archirafi 31 (ex disinfettatoio comunale abbandonato da 30 anni) accoglie solo uomini. Molti di questi fratelli (c.d. barboni) vivevano per strada e grazie al servizio di Missione notturna sono stati portati in comunità e recuperati da una condizione di grave emarginazione e totale abbandono. In questa Missione sono concentrate le persone più sofferenti che hanno bisogno di cure infermieristiche perché affette da malattie croniche o da disabilità fisiche e mentali. Sono anche presenti alcolisti cronici che si tenta di disintossicare dalla schiavitù dell’alcool, grazie a lavori artigianali o di tipo agricolo svolti in un terreno fuori Palermo. 

La Missione Femminile di via Garibaldi 3 (ex convento di Santa Caterina abbandonato da circa 24 anni) accoglie sorelle senza tetto tra donne singole e mamme con bambini. Molte delle sorelle accolte sono giovani ragazze madri o donne sole e abbandonate dalla famiglia. Sono anche presenti donne con disagi mentali o ex prostitute che hanno deciso di iniziare una nuova vita. Dall’anno 2003 sono state accolte tante donne straniere profughe dall’Africa singole o con bambini o in stato di gravidanza, alcune di loro, sopravvissute al c.d. viaggio della speranza, appena dimesse dall’ ospedale, sono state accolte in Missione perché ancora bisognose di cure, di pace e tranquillità.

La Cittadella del Povero e della Speranza di via Decollati 29 (ex caserma dell’aeronautica militare abbandonata da circa 40 anni), è la seconda comunità maschile della Missione nata per far fronte al dilagante richiesta di aiuto di centinaia di profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia.
In questa comunità oggi sono accolti tanti fratelli in diversi dormitori. La maggiore parte dei fratelli accolti in questa comunità sono giovani ragazzi sopra i diciotto anni di età, rifugiati politici, richiedenti asilo o titolari di un permesso di protezione internazionale. Qui sorge anche la Casa di Preghiera per tutti i Popoli, dove riposano le spoglie di Fratel Biagio.

In missione è stato e dedicato un apposito dormitorio per curare quei fratelli ammalati o fortemente debilitati per essere sopravvissuti al c.d. “viaggio della Speranza”  intrapreso per raggiungere le coste della Sicilia.

Molti di questi ragazzi dopo avere riacquistato le forze, decidono di andare via dalla Missione per cercare lavoro fuori (questo permette anche un cambio con i nuovi arrivi); altri, spesso bloccati dalle lungaggini burocratiche connesse al rilascio del permesso di soggiorno, decidono di vivere più a lungo in Missione, in questo caso  vengono impegnati in comunità per imparare un mestiere e la lingua italiana.

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